23 gennaio 2012
Vimercate - "Mia madre e Antonio volevano sposarsi. L'anno scorso lei è stata in Argentina per sbrigare tutte le pratiche del divorzio con mio padre. Erano separati da tanti anni, ma per risposarsi aveva bisogno di quei documenti". Il figlio di Azucena Moreno Laino, la 78enne trovata uccisa il 3 gennaio in via Adige con l'ingegner Antonio Campanini, racconta così i programmi della madre per un futuro con l'ingegnere 81enne di origini parmigiane.
Una trentina di persone ha partecipato venerdì, 20 gennaio, ai funerali della donna, la cui salma è arrivata direttamente dall'Istituto di medicina legale di Milano. Il rito dei Testimoni di Geova prevede solo un piccolo discorso commemorativo e una preghiera, pronunciati da Antonio Fortunato, anziano di congregazione di Vimercate.
Il figlio di Azucena si chiama Eduardo Ojeda, ha 54 anni, piccolo imprenditore, sposato, padre di una ragazza e già nonno. Vive con la famiglia a Cordoba, in Argentina, dove Azucena è volata prima di Natale per conoscere la bis-nipotina. Ojeda è in Italia dall'inizio della settimana, arrivato qui per i funerali della madre, celebrati secondo il rito dei Testimoni di Geova ieri pomeriggio a Vimercate. Non fa segreto delle lunghe telefonate con la madre e delle chiacchierate di persona.
"Quando il figlio di Antonio Campanini ha saputo dell'intenzione del matrimonio -racconta Ojeda facendosi aiutare con la lingua dall'amico e connazionale che lo sta ospitando- si è arrabbiato molto. Lui con il padre non andava d'accordo. Io però non riesco a capire. Mia mamma non è andata in cerca di una fortuna, aveva detto che era disposta a firmare delle carte in cui rinunciava a tutto. E insisteva con l'ingegnere perché dividesse i suoi soldi subito tra i figli". L'amico ospite, Alfredo, residente a Bremate da tanti anni e confidente di Azucena aggiunge anche che l'anziana era riuscita a far riavvicinare Antonio Campanini con le due figlie, "con il figlio maschio invece non ci è riuscita e i rapporti tra lui e il padre erano sempre un po' aggressivi". D'altra parte tutti ricordano Gigliola, questo il nome con cui si faceva chiamare in Italia, come una donna molto dolce, "mentre Antonio aveva un carattere più forte", dice con sorriso indulgente il 54enne che conobbe l'ingegnere quando andò a trovarlo in Argentina con Azucena. "Ho il cuore distrutto", conclude il figlio della vittima, con un sospiro rassegnato.
Partirà a breve per il suo Paese, ma per febbraio riuscirà a venire in Italia la sorella Mariana che abita a Buenos Aires e che dalle pagine di Facebook dedica alla madre una piccola poesia e una fotografia di quando era neonata tra le sue braccia. Il giorno in cui fu trovata assassinata nella villetta di via Adige dove viveva da 5anni con Campanini, Gigliola doveva incontrare la moglie di Alfredo, sua amica, in un centro commerciale a metà strada tra Brembate e Vimercate. "Dovevano telefonarsi una volta arrivare sul posto -ha riferito l'argentino della Bergamasca- ma mia moglie non ha mai ottenuto risposta. Abbiamo saputo della tragedia dalla televisione, è stato sconvolgente".
La salma di Antonio Campanini invece è stata sepolta al cimitero di Parma. È così che ha deciso la famiglia, preferendo seppellire l'ingegnere nella tomba di famiglia che in città, a fianco di Azucena Moreno Laino. Il figlio della donna si è rammaricato di questa scelta, rispettando però il volere dei figli che forse parteciperanno alle esequie del padre. I funerali, sui quali in questi giorni la famiglia ha cercato di far mantenere il più stretto riserbo, sono stati celebrati, sabato 21 gennaio, a Parma, città d'origine di Campanini vicina alla cittadina dove risiede una delle figlie dell'ingegnere.
No hay comentarios.:
Publicar un comentario