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lunes, 15 de febrero de 2016

Los testigos de Jehová, desarrollados en Sassari una nueva técnica para operar sin transfusiones de sangre

Un momento dell'intervento

Una nuova tecnica per salvare la vita a un testimone di Geova, nel rispetto del suo credo religioso che gli impedisce il ricorso alle trasfusioni di sangue.

Massimo Madonia, Responsabile della Clinica Urologica della AOU di Sassari, ha eseguito un impegnativo intervento chirurgico, effettuato con tecnologia laparoscopica tridimensionale, su un paziente Testimone di Geova.

Il trattamento dei pazienti Testimoni di Geova richiede spesso attenzioni particolari da parte del personale medico. Le profonde convinzioni religiose dei fedeli impediscono loro di accettare le trasfusioni di sangue (o dei suoi derivati) proveniente da donatori, nonché le autotrasfusioni di sangue predepositato.

I Testimoni di Geova possono acconsentire però al recupero del sangue nel corso dell’intervento chirurgico purché vengano rispettati adeguati accorgimenti tecnici.

Qualora si renda necessario un intervento chirurgico maggiore, così come accaduto per il paziente operato dal professore Madonia, il chirurgo dovrà assicurare al paziente tutte le strategie possibili per garantire il massimo delle cure e nel contempo rispettare il credo del paziente. Nella Clinica Urologica di Sassari anche interventi impegnativi su gravi patologie invasive possono essere condotti con approccio videolaparoscopico 3D (tridimensionale), ulteriore evoluzione tecnologica della videolaparoscopia, che aumenta la performance della metodica tradizionale portando, oltre che a risultati estetici mininvasivi, ad una riduzione del tasso di complicanze, soprattutto emorragiche, ed una riduzione dell’ospedalizzazione.

Durante l’intervento è stato utilizzato, con l’autorizzazione del paziente e grazie alla piena collaborazione dell’equipe del servizio di Anestesia e Rianimazione, un innovativo sistema di autotrasfusione perioperatoria, con apposito filtro, che consente di raccogliere, lavare e reinfondere il sangue perso. Ciò ha permesso di evitare le trasfusioni di sangue e di offrire il migliore standard di cure possibili, nel rispetto del paziente e della sua fede.

di Patrizia Canu

 

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